Tuesday, July 21, 2009

Albania rispolvera antichi tesori

Solo 20 anni fa, mentre il comunismo iniziava a crollare in tutta l'Europa dell’Est, l'idea che l’isolata, totalitaria Albania potesse abbracciare il progetto economico occidentale sarebbe stata pura fantasia.
Ma è accaduto - a Butrint-, un patrimonio mondiale dell'UNESCO.
A soli 5 km dall'isola greca di Corfù, Butrint conserva la tranquillità, la classica atmosfera del 19° secolo, così amata dal poeta Lord Byron, ma anche dai turisti di oggi.

Antiche rovine lambite dalle acque e avvolte da fogliame, massive pareti elleniche, precise strutture romane, mosaici bizantini e due castelli veneziani. Il traghetto locale è ancora una zattera, il panorama è sublime e i tramonti magici.

Come ci è riuscita l’Albania a salvaguardare Butrint, quando gran parte della sua storia recente è stata turbolenta con la dittatura comunista, dando via al libero capitalismo? La risposta sta nella collaborazione tra gli enti locali, organismi nazionali e internazionali, e le cure amorevoli di sistemi nuovi per il paese. La creazione di un parco nazionale, e la moderna legislazione riguardo il suo controllo, ha portato alla creazione di una zona protetta, che ora è sostenuta da istituzioni internazionali tra cui la Banca mondiale.

Un’istituzione di carità con sede nel Regno Unito, la Fondazione Butrint, sta lavorando con i funzionari albanesi per sviluppare il patrimonio del sito in modo che sia sostenibile e attraente per i turisti. Archeologia, conservazione e gestione dei musei, tutti settori in cui l'Albania sta beneficiando degli esperti occidentali.
Progetto pionieristico
Diana Ndrenika, direttrice del patrimonio culturale albanese, dice che il parco nazionale "non è solo una storia di successo nel proprio diritto, ma ha impostato la pace nel contesto albanese di come un tale risorsa debba essere gestita. Ha avuto un grande impatto su altri siti in Albania ed è diventato il modello, lo standard a cui tutti coloro che lavorano in questo settore si riferiscono".

Il sito archeologico occupa una bassa collina boscosa, con vista del Mar Ionio da un lato e la distesa del lago di Butrint agli altri.
Mentre la leggenda narra che fu un rifugiato troiano a fondare Butrint, l'archeologia indica che è stato occupato verso l'ottavo secolo AC.
E' stato un centro locale tribale nel 4° secolo AC, parte del Regno di Pirro, l'inveterato nemico dei Romani. In seguito divenne colonia romana fondata da Augusto a pochi anni dalla sua grande vittoria su Antonio e Cleopatra, ad Azio, a poche miglia a sud.

Successivamente la storia di Butrint è stata turbolenta, tra lotte di potere tra Bisanzio e dei suoi nemici occidentali e dal 1912 fa parte dell'indipendente Albania.

Negli ultimi 20 anni le sfide non sono finite, il crollo del comunismo nel 1992 ha causato enormi danni, i disordini civili, nel 1997 hanno portato al saccheggio del museo di Butrint, anche se molti reperti sono stati restituiti grazie alla cooperazione internazionale.
La ripartizione delle vecchie strutture organizzative ha inevitabilmente portato sia problemi che opportunità per l'Albania, riguardanti anche Butrint.

Ci resta molto da fare sul sito stesso. I parcheggi auto, dato l'aumento del numero dei visitatori, sono inadeguati. I servizi igienici necesitano di notevole miglioramento. La stessa conservazione naturale dell'ambiente storico è una sfida continua, e l'aumento del livello dell'acqua minaccia i mosaici e le pareti. Ma gli investimenti nella comunità locale dovrebbero contribuire a far fronte a tali questioni.
Mediante donazioni internazionali si sta pagando la formazione di giovani professionisti albanesi. Alcuni sono già al lavoro in altre parti del paese. I progetti comprendono una scuola di formazione archeologica a Butrint, gestita dagli archeologi albanesi per studenti sia locali che stranieri.

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